Mangiare a Napoli, i piatti tipici della cucina napoletana

La città ha tanto da offrire e da vedere ma un viaggio a Napoli non sarebbe però completo senza averne assaporato la meravigliosa cucina.

Volete dei consigli sui piatti tipici da provare? Ecco allora la nostra selezione!

Gattò di patate (o gateau di patate)

Uno sformato di patate con salumi vari e provola affumicata. La crosta è resa croccante dal pan grattato cotto al forno. Un piatto semplice ma molto gustoso.

Mozzarella di bufala

La mozzarella di bufala, fatta col latte delle bufale campane, è unica al mondo. Ricordate che va assolutamente mangiata fresca e non va MAI messa in frigo ma in attesa di venire servita va tenuta fuori, all’interno del suo siero.

Fior di latte e provola

La mozzarella di latte vaccino è chiamata fior di latte, mentre la sua variante affumicata è la provola. Entrambe deliziose, e anche queste quando fresche vanno tenute fuori frigo per non comprometterne il sapore.

Salsiccia e friarielli

Questo succulente secondo è un pilastro della cucina napoletana. I friarielli sono verdure amarognole simili alle cime di rapa, che vengono stufate in padella con olio, aglio e peperoncino.

Pizza di scarole

Si tratta di una pizza rustica ripiena di scarole, cotte insieme a olive, capperi e pinoli che vengono precedentemente rosolati insieme. Il segreto? L’acciuga!

Casatiello

Chiamato anche tortano, si tratta di una sorta di torta salata molto nutriente, a base di formaggio, salame e uova. Si mangia per lo più per Pasqua.

Sartù di riso

Timballo di riso che può essere preparato in diverse varianti. La ricetta classica prevede la preparazione con il ragù napoletano, piselli, pancetta, funghi, fior di latte o provola, polpettine di carne, salsicce e uova sode.

Pizza rustica

La pizza rustica napoletana è una deliziosa torta salata ripiena di ricotta, formaggi e salame piccante. Si può mangiare tiepida o fredda.

Frittata di pasta

È uno di quei piatti che a Napoli si portano in gita o in spiaggia, perché si mangia con le mani come se fosse un panino. Si prepara con la pasta avanzata del giorno prima e le uova, mescolate e cotte come una normale frittata.

Pasta e patate con la provola

La pasta e patate con provola affumicata è un piatto tradizionale della cucina napoletana povera. Irresistibile pur nella sua semplicità.

Pizza

La pizza napoletana non ha bisogno di presentazioni. Soffice e sottile all’interno, col cornicione morbido rialzato. Leggera e facilmente digeribile, grazie alla lunga lievitazione. Quando la pieghi non si spezza, ma resta morbida.

Pizza fritta

A Napoli è uno dei cibi da street food più conosciuti. L’impasto è fatto con pasta per la pizza ripiena di ricotta di pecora, cicoli e fior di latte e poi fritto.

Spaghetti con le vongole

Uno dei piatti tipici della cucina napoletana, ormai diffuso e amato in tutto il mondo. La ricetta originale prevede che vengano preparati in bianco ma ci si può aggiungere anche qualche pomodorino. Le vongole usate sono quelle veraci del Mar Tirreno.

Zucchine alla scapece

Si tratta di un contorno che si prepara tagliando le zucchine a rondelle, friggendole in olio extravergine d’oliva e condendole con aceto e menta.

Melanzane a funghetto

Le melanzane a funghetto sono un contorto a base di melanzane fritte e pomodori ramati, ottime anche per condire la pasta.

Sfogliatella frolla e riccia

Le sfogliatelle ricce e quelle frolle sono uno dei dolci tipici più amati della pasticceria napoletana. Tra i prodotti tipici da mangiare a Napoli meritano sicuramente una menzione particolare.

Babà

Forse il dolce napoletano per eccellenza, preparato con pasta lievitata con lievito di birra e caratterizzato dal sapore al rum.

Cornetto

Fatto di pasta brioche, che lo rende soffice e profumato. Un must della colazione napoletana insieme alla cosiddetta brioche col tuppo.

Pastiera

Dolce tipico della Pasqua a Napoli, fatto con pasta frolla, ricotta e grano.

La cucina napoletana è veramente molto varia e ci sarebbero tanti altri piatti tipici di cui scrivere.

Questi però sono quelli che secondo noi non possono mancare per un primo approccio con la gastronomia di Napoli.

E se dopo questa lettura vi è venuta fame, non vi resta che venire a provare di persona questi piatti tipici della tradizione napoletana!

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LASAGNE DI CARNEVALE, LA RICETTA NAPOLETANA PER ECCELLENZA

Carnevale è la festa dei bambini, dove è necessario sfogare il rigido controllo della comunità familiare esercitato nel corso dell’anno. La trasgressione pagana è dunque tutta nella creazione di un piatto esagerato, capace di far dimenticare la fame, di esorcizzarla, di essere così abbondante da poter dire basta, così ricco da restare vivi, il contraltare all’unica vera regola a cui i napoletani hanno dovuto sottostare dalla fondazione della città sino agli anni ’60, quella della fame e dell’incertezza delle calorie per la sopravvivenza. Da poco tempo, insomma, i bisogni primari sono soddisfatti a livello fisico ma non ancora nell’inconscio collettivo.

Ecco dunque questo piatto in cui sul terreno amidoso della pasta combattono alternandosi la sensazione acida del pomodoro e quella dolce della ricotta, in cui entra tutto quello che uno vorrebbe mangiarsi nel corso dell’anno, dalla carne al salame, persino in alcuni casi le uova, simbolo d’eccellenza della fertilità in tutte le culture. La lasagna, da adesso la Lasagna, è dunque la vera trasgressione non costruita ma naturale, l’abboffata, spernacchiare la fame, sentire di avere tutto a disposizione, almeno una volta l’anno, nel piatto. Se questa è la genesi, la sua capacità di resistere e di essere realmente sentita nelle case come nei ristoranti, nelle trattorie e nelle gastronomie è ovviamente nella sua bontà, nel suo affermarsi sostanzialmente come piatto morbido e che piace a tutti, grandi e piccini: non esiste al mondo una persona a cui non può piacere una porzione di Lasagna. Un altro elemento di successo, fattore non trascurabile nella mentalità napoletana, è la sua infinita praticità: la si può preparare il giorno prima tanto quello dopo è più buona, per questo è possibile anche conservarla, infine portarla integra facilmente con i ruoti del forno se si è invitati altrove. Infine c’è la gestualità, il taglio della pasta simile a quello di una torta, l’evocazione immediata della festa, la speranza che in quella fetta ci sia quel salame e qualche polpettina in più. E, ancora, la disquisizione se sia più buono il centro morbido o la crosta esterna, la preparazione a strati in cui si esalta la filosofia vichiana dei corsi e ricorsi storici.
Insomma: urrà.

La Lasagna di Carnevale è uno di quei piatti che tutti fanno in maniera diversa: ci sono delle regole, diciamo delle direttive da seguire, ma poi la fantasia e la tradizione di casa propria prende il sopravvento e non si può certo dire che le diverse varianti siano cattive, anzi.

La parte più interessante della preparazione di questo piatto è la sfoglia che, stando alla tradizione, non deve essere la classica alla bolognese all’uovo per intenderci ma preparata con un misto di acqua e farina.

E’ un piatto che richiede tanta dedizione ma che, vi assicuro, regala anche tante soddisfazioni: se siete a dieta fermatevi almeno a Carnevale, provate queste lasagne poi ne riparliamo.

LASAGNE DI CARNEVALE: INGREDIENTI PER UNA TEGLIA MEDIA (8 PEZZI GRANDI)

500 grammi di sfoglia
500 grammi di ricotta vaccina
400 grammi di fior di latte asciutti, ovvero senza liquido
Parmigiano e pecorino grattugiati q.b. (circa 200 gr)
2 uova sode
300 grammi di salsiccia secca tagliata a fettine (solitamente quella di Agerola)

Per il ragù
400 grammi di muscolo di maiale
4 salsicce
4 costine di maiale
2 cipolle bianche
2 carote
1 costa di sedano
2 cucchiai di strutto
1 bicchiere di vino rosso
1,5 kg di pomodori pelati passati
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva .
Sale al bisogno

Per le polpettine
200 grammi di macinato misto vitello e maiale
80 grammi di mollica di pane
1 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
1 ciuffo di prezzemolo fresco
sale e pepe q.b.

LASAGNE DI CARNEVALE: RICETTA

1. Sminuzzare le cipolle, tagliare le carote e il sedano a dadini e mettere tutto dentro una pentola grande e dal fondo alto lasciando rosolare in olio di oliva e strutto. Aggiungere tutta la carne per il ragù senza tagliarla, lasciar stufare quindi versare il vino facendolo evaporare. Togliere la carne dalla pentola, versare i pomodori passati, lasciar cuocere per almeno 3 ore e, quasi a fine cottura (quando cioè il sugo si è stretto per bene), aggiungere nuovamente la carne. Insaporire con sale al bisogno
2. Mentre il ragù cuoce preparare le polpette nella maniera solita quindi formare tante palline piccole e friggerle in olio extravergine di oliva.
3. Una volta pronte le polpettine e anche il ragù scottare velocemente le sfoglie di lasagna in acqua bollente, metterle ad asciugare su uno straccio di cotone e intanto scaldare il forno a 200°.
4. Comporre le lasagne partendo dal fondo della teglia che va bagnato con un pochino di ragù quindi a seguire uno strato di sfoglia, uno strato di ricotta, ancora ragù e un mix di parmigiano/pecorino per legare il tutto. Continuare in questo modo aggiungendo negli altri strati anche le polpettine, il fior di latte asciutto e sminuzzato, le uova sode sbriciolate e la salsiccia secca. In totale gli strati di sfoglia devono essere almeno 5, massimo 7. L’ultimo strato va cosparso di ragù e formaggio grattato in abbondanza.
5. Cuocere in forno a 180° per 20 minuti, a 200° per 5 minuti e per altri 5 minuti a 210°. Accendere il grill gli ultimi 3 minuti di cottura per la crosticina. Sfornare, lasciare 5 minuti a temperatura quindi tagliare a quadri grandi e servire.

Tempo di preparazione: 5 ore

Risultato: questa è la Lasagna. E’ ricca, è saporita, è gigante e maestosa. E’ famiglia, tradizione, amore per la propria terra.

Variante: da quel che so io l’unica variante possibile è non aggiungere le uova e la salsiccia ma ne vale davvero la pena?

Consiglio: se avanza è buona per almeno altri 2 giorni conservata in frigo oppure, udite udite, congelata!

Ma con la carne che ci fai, vi starete chiedendo? Me la mangio a parte, da sola, per i due giorni successivi 🙂 Ha dato sapore al ragù ed è ottima riscaldata!

I RITUALI NATALIZI DEI NAPOLETANI

Ci sono alcune tradizioni natalizie dei napoletani che si tramandano di generazione in generazione che possono essere spiegate in pochi e semplici gesti in alcuni luoghi importanti di Napoli che negli anni sono diventati veri e propri rituali.

Scopriamo insieme le più significative:

PASSEGGIATA A SAN GREGORIO ARMENO (8 DICEMBRE)

A Napoli non è Natale senza la tradizionale passeggiata lungo la pittoresca via dei Presepi, San Gregorio Armeno. Un misto di sacro e profano che attira visitatori da ogni parte del mondo. L’orario migliore per visitare questa parte di Napoli è la mattina presto, verso le 9:30, così da non trovarsi immersi nella calca e poter camminare senza trovarsi incastrati in una fiumana di gente.

LETTERA A BABBO NATALE SULL’ALBERO

Qualcuno crede che soltanto i bambini siano incantati dal fascino del Natale e delle figure mitologiche come la Befana o Babbo Natale, invece a Napoli anche tanti adulti nel periodo natalizio si lasciano trasportare dalla tradizione. Ogni anno all’interno della Galleria Umberto nella centrale Via Toledo, viene allestito un enorme albero di Natale dove i partenopei possono scrivere su un pezzetto di carta i propri desideri per l’anno nuovo. Una sorta di letterina di Babbo Natale per grandi e piccini che è diventata ormai una tradizione anche nella stazione centrale di Napoli Garibaldi. Molti scrivono piccole frasi, altri si dilungano con i desideri ed i doni, mentre altri si lasciano prendere dal gioco e dall’ironia. Nella corsa ai regali, fermatevi un attimo a leggere queste piccole storie quotidiane che rappresentano il Natale nella sua caratteristica fondamentale: la speranza.

PIZZA FRITTA (24 DICEMBRE)

In previsione di un cenone della vigilia di Natale sempre molto abbondante, i napoletani si sono inventati un’altra tradizione “light” (per così dire) per il pranzo del 24 dicembre: ovvero la pizza fritta. Una tradizione facile, veloce e che non intacca la preparazione della cena natalizia, la pizza fritta a Napoli è un’istituzione! Ripiena con il pomodoro, la ricotta ed i cigoli, puoi trovarla in numerose friggitorie e pizzeria disseminate al centro storico. Tra gli ultimi regali e gli acquisti per la cena, una passeggiate in città è d’obbligo: la nostra proposta è quella di mangiare la pizza fritta a Piazza Plebiscito, seduti sugli scalini, osservando il passeggio di persone che appariranno minuscole di fronte alla grandezza della piazza. Lì vicino c’è la Friggitoria di Zia Esterina di Gino Sorbillo, tra le migliori pizze fritte di Napoli! Non lasciatevi spaventare dalla fila chilometrica, è scorrevole e ne vale davvero la pena! Oppure in pieno centro antico, proprio sotto casa, c’è Di Matteo a Via dei Tribunali, un’antica pizzeria specializzata in pizze fritte, con una pasta leggera e gustosa al tempo stesso!

PESCE A PORTA NOLANA O ALLA PIGNASECCA  (30 DICEMBRE)

Il mercato del pesce di Porta Nolana (adiacente a piazza Garibaldi) o più comunemente quello di n’gopp e’ mur è uno dei luoghi più folkloristici di Napoli ed anche il più interculturale, poiché proprio in questo quartiere sono presenti molte comunità straniere. Comprare il pesce nella notte del 30 e del 24 dicembre è una delle tradizioni natalizie dei napoletani ormai secolare,  lasciata tutta alla componente maschile delle famiglie. Infatti dalle prime ore del pomeriggio queste zone iniziano ad affollarsi di uomini di tutte le età in cerca del capitone o del baccalà più fresco della giornata. La scelta del pesce migliore è una fase essenziale di tutti i cenoni che si rispettino a Napoli ed il mercato ittico di Porta Nolana è da sempre sinonimo di qualità e prezzo indiscutibili. Il mercato è aperto tutti i giorni di mattina e durante il periodo natalizio anche di pomeriggio e resta uno dei luoghi più intriganti e caratteristici di tutta la città.
In alternativa c’è l’altro storico mercato della Pignasecca (nei pressi di Via Toledo). Anche se il pesce per il cenone l’ha già comprato qualcun altro, non perdete l’occasione di perdervi nelle trattative sempre molto colorite dei pescivendoli napoletani!

EPIFANIA IN PIAZZA PLEBISCITO (6 GENNAIO)

Non ci resta che passare questo ultimo giorno di festa in Piazza Plebiscito a Napoli. Perché direte voi? La vera festa dell’Epifania o più comunemente della Befana è quella dei bambini ma che oggi fa felici anche quelli ormai già un po’ più grandi, ed in questa piazza che ogni anno il Comune organizza una festa con piccole befane, animazione e giochi per i più piccoli dalla mattina fino alle 13. Per l’occasione i vigili del fuoco di Napoli si travestono da Befana e lanciano caramelle , coriandoli e dolciumi per i bambini e sono previsti molti spettacoli musicali fino al lungomare. Per ogni napoletano che si rispetti l’Epifania diventa il giorno ideale per una bella passeggiata in centro o sul lungomare, sia per continuare a festeggiare che per provare a smaltire (almeno in parte) tutti i chili presi durante le feste.