Saranno più di 100 le Ferrari che da tutto il mondo si daranno appuntamento in Campania per l’ottava edizione della Ferrari Cavalcade.
L’evento offre alla clientela di Ferrari delle esperienze di guida uniche, lungo percorsi di grande fascino che permettono di apprezzare appieno le performance delle vetture contemporanee della Casa.
Oltre 200 collezionisti e appassionati compongono gli equipaggi provenienti da più 20 Paesi di tutto il mondo, con una grande rappresentanza di Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, e con numerosi partecipanti anche dell’Estremo Oriente, Nuova Zelanda e Australia. Numeri che rispecchiano l’attrazione senza confini del marchio di Maranello.
Attende questo parterre internazionale un viaggio quanto mai ricco di sorprese e una varietà di paesaggi che solo il territorio campano può regalare. Alla guida della propria Ferrari i partecipanti potranno esplorare gli inconfondibili panorami della costiera amalfitana e dell’entroterra campano, dal Parco del Partenio alle pendici del Vesuvio.
Il tour inizierà martedì 18 giugno con una visita alla città di Benevento, dove le Ferrari potranno essere ammirate in Corso Garibaldi dalle ore 13. Il giorno seguente dalle 13:30 le vetture si disporranno sul lungomare di Salerno, prima di percorrere i tornanti della Costiera fino a Sorrento, dove sono attese in Corso Italia dalle 19:00. Il 20 giugno faranno da cornice alla Cavalcade la Reggia di Caserta, davanti alla quale i modelli del Cavallino Rampante si schiereranno verso le 10:30, e il centro di Napoli, con una sosta in Piazza del Plebiscito dalle 14:30. La quarta ultima giornata del tour, venerdì 21, sarà dedicata a uno dei gioielli del Golfo, con una sfilata di vetture da Capri ad Anacapri alle ore 19:00.
Un programma d’eccezione e un grande spettacolo non solo per i proprietari delle Ferrari ma per tutti i cittadini e turisti, che lega la Casa automobilistica più famosa al mondo a questi luoghi simbolo della bellezza italiana.
“Vogliamo accostare il brand Ferrari alle bellezze della Campania – ha detto Alessandro Cellamare, responsabile eventi della Ferrari – Sarà l’occasione per i nostri clienti di vedere territori che non avrebbero visitato. Non è solo evento Ferrari, ma del territorio. Un convoglio che si muove tutti i giorni in Campania e che, in media, percorrerà ogni giorno 800 chilometri”.
Per Luigi Raia dell’Agenzia regionale per il Turismo, l’evento Ferrari porterà benefici, in termini economici e di ricaduta di immagine, positivi per tutta la Campania. “Il turismo ne beneficerà – ha concluso – La Regione, dal canto suo, sta profondendo ogni sforzo affinché il Pil turistico cresca ancora”.
L’Isola di Capri
La vellutata eleganza e l’appeal glamour di Capri sono un invito, nemmeno troppo velato, all’edonismo. Difficile non cedere alle lusinghe di un’isola così bella. E comunque i più scettici potrebbero venire ammaliati dal canto delle sirene. Un microcosmo in cui mare, vegetazione, arte e cultura sono in perfetto equilibrio. I dirupi, gli scorci magnifici da scoprire lungo i sentieri, un suolo fertile e vivace, con il verde della macchia, i colori caldi degli agrumeti, i banchi di brillanti buganvillee e poi le ville romane, tracce del passaggio di Ottaviano e del sadico Tiberio, che fece costruire dodici ville e scelse l’incantevole Villa Jovis come residenza. Ma Capri svolta nell’800, con la scoperta della scintillante Grotta Azzurra, un’antica cavità carsica che cela un ambiente spettacolare, quasi surreale, dove la luce che filtra colora tutto d’argento. La voce si sparge e l’isola diventa il faro di artisti, musicisti, scrittori, esteti come John Singer Sargent, Debussy, Thomas Mann, per dire. Più avanti, negli anni Cinquanta e Sessanta, mentre l’Italia intera si leccava ancora le ferite della seconda guerra mondiale, i primi sibariti iniziano ad affollare Capri e a dedicarsi a una vita fatta di lusso, ozio e piaceri, quel lifestyle che in Italia si chiama “dolce vita”. Il glitterato jet-set internazionale sbarca sull’isola: dive del cinema, armatori con mogli al seguito, star di Hollywood. Archivi su archivi di foto d’epoca immortalano Jacky Onassis, Brigitte Bardot, Rita Hayworth con il principe Ali Khan, Ingrid Bergman, Maria Callas e Pablo Neruda. In quel periodo l’economia locale fa passi da gigante: nascono alberghi, ristoranti, locali. E insieme cresce la creatività dei sarti dell’isola, come il maestro Emilio Pucci, e la moda caprese, con i pantaloni a metà polpaccio, i sandali e i gioielli, fa tendenza in tutto il mondo. Da allora, l’isola è avvolta da un fascino che non conosce tramonti.
“Una delle foto più belle e pubblicate di Jackie è quella di lei, a piedi scalzi, per le vie di Capri con una t-shirt e un paio di pantaloni bianchi. Nella sua assoluta semplicità, la quintessenza dell’eleganza.”
(Franca Sozzani)
Ma andiamo con ordine. Principale approdo dell’isola è Marina Grande, da cui partono le escursioni in barca che fanno il giro dell’isola o dirette alla Grotta Azzurra. Capri invece è la località più importante, pittoresca, con le case bianche in tufo coperte da terrazze fiorite, le barche e i mega yacht ancorati al porticciolo, i vicoli stretti stracolmi di boutique, locali e ristoranti esclusivi che hanno soppiantato le attività locali. Ma il fulcro della vita felice è l’iconica piazzetta, salotto buono nel cuore del villaggio, con la chiesa di Santo Stefano, il municipio e tanti eleganti caffè con i tavolini su strada su cui accomodarsi all’ora dell’aperitivo, quando la piazza si trasforma in passerella: è come assistere a una sfilata d’alta moda, con gente in abiti da sera, dal portamento impeccabile. Defilarsi dalla folla comunque è facile: prendendo via Vittorio Emanuele e poi via Camerelle (quella dei negozi griffati), si entra in via Tragara, una tranquilla passeggiata che conduce al belvedere omonimo. Da qui, andando verso est, si snoda un percorso piuttosto impegnativo, su salite e gradinate, che porta alla modernista Villa Malaparte e all’Arco naturale. Oppure, dalla piazzetta, seguendo sempre via Vittorio Emanuele, via Serena e poi via Matteotti, si raggiungono i giardini di Augusto, nei pressi della certosa di San Giacomo, stracolmi di fiori e terrazze dove fermarsi ad ammirare il panorama sui Faraglioni, i tre pinnacoli di roccia che si ergono imponenti nel mare a guardia dell’isola. Da qui, si può scendere sulla sinuosa via Krupp fino a Marina Piccola, piccolo angolo di pace, con una bella baia riparata dal vento. La parte ovest dell’isola è occupata dal promontorio di Anacapri, controparte sobria della sontuosa Capri, ma lo stesso molto frequentata, è un luogo in cui passeggiare con calma tra le strade colorate di gerani. E quando volete tornare a fare i vip, vi basta percorrere gli 881 gradini della Scala Fenicia che conducono direttamente a Capri.
“A Capri incroci un sacco di gente che magari non è famosa, ma lo sembra.”
(Diego De Silva)
Isole del Golfo di Napoli: cosa vedere a Ischia, Capri, Procida.
Grotte, baie, insenature, scorci mozzafiato, buon cibo e un clima meraviglioso. Da Napoli o da Sorrento, da Amalfi o Positano, chi guarda l’orizzonte può scorgere in lontananza un triangolo scaleno di sagome rocciose che emergono dal mare. È il primo incontro con le gemme del Golfo di Napoli: Capri, la mondana, Ischia, l’isola del benessere, e Procida, la conservatrice.
Capri, Ischia e Procida si lasciano alle spalle l’istrionica Napoli, con i suoi trambusti e le sue contraddizioni, crogiolandosi nella loro sconvolgente bellezza. Sparpagliate su un mare di un blu saturo, hanno stretto un patto eterno con il sole e il clima mite, linfa vitale per la natura rigogliosa che le adorna tutto l’anno. Eppure le tre isole incantatrici del Golfo di Napoli hanno aspetti e caratteri tutt’altro che omogenei. Capri dalle forme aguzze, elitaria, salotto dell’effimero. Ischia, grande, caleidoscopica e verdissima, dai profili smussati, fa tesoro delle sue acque sulfuree. Infine Procida, piccolissima, semplice, colorata e autentica. Pasti luculliani, spiagge dorate e nere, trattamenti wellness, passeggiate e trekking, romanticissimi tramonti: what else?
“Ah, Napoli non è niente senza le sue isole: Capri, certo, Ischia e anche Procida.”
(Tahar Ben Jelloun)